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Con "L'infinito dimenticato" Antonina Grassi si inserisce in un percorso di riappropriazione che si basa, essenzialmente, su un infinito che si è smarrito e che la poetessa riacquista attraverso la memoria e la riflessione. Riappropriarsi di ciò significa, in definitiva, conquistare la vita stessa, rimanere incantati di fronte all'alba che sopraggiunge alla notte e che ridona luce.